Ricette

Riso Carnaroli Integrale con mele, salsiccia e prosecco

ricetta riso integrale salsiccia
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Il riso Carnaroli Integrale è, come tutti i cibi integrali, un prezioso alleato per la salute:

Il riso Carnaroli Integrale è ricco di antiossidanti, di fibre e possiede un basso indice glicemico, qualità che lo rende ideale per chi soffre di diabete e per chi vuole controllare il proprio peso.

E’ il riso perfetto per realizzare gustose insalate che, se condite con verdure, diventano anche un perfetto cibo d’asporto per sani e nutrienti pasti fuori casa.

I tempi di cottura del riso integrale sono maggiori rispetto a quelli degli altri tipi di riso: per questo viene spesso cotto nella pentola a pressione o bollito.

Il risotto di cui vi voglio parlare oggi è davvero speciale: con mele, salsiccia e prosecco.. Davvero una squisitezza.

L’ho cotto come un normale risotto, bagnandolo con abbondante brodo vegetale e, per aumentare la sua cremosità (vista la minor quantità di amido contenuta nel riso integrale), ne ho frullato una piccola quantità con panna e poco brodo vegetale e l’ho aggiunto prima di mantecare.

Vediamo allora come realizzare questo primo tutto speciale…

Riso Carnaroli Integrale con mele, salsiccia e prosecco : ricetta per 4 persone

320 gr di riso Carnaroli Integrale
200 gr di salsiccia
200 gr di mele al netto degli scarti
1/2 (mezza) cipolla
4 cucchiai di olio extravergine d’oliva
3 cucchiai di panna da cucina
30 grammi di burro per cuocere le fettine di mela per la decorazione + 30 gr per la mantecatura
1/2 bicchiere di prosecco per il risotto e due cucchiai per le fettine di mela per la decorazione
1/2 limone
sale
pepe nero
noce moscata
abbondante brodo vegetale preparato con sedano, carota e cipolla

Cottura: 45/50 minuti per il risotto + 15 minuti per la salsiccia e le mele + 5 minuti per le fettine di mela usate per la decorazione

Preparazione
per il brodo far cuocere per almeno venti minuti sedano, carota e cipolla in acqua leggermente salata.

Sbucciare le mele, tenerne da parte mezza e tagliarla a fettine, tagliare le rimanenti a cubetti e spruzzarle con il succo di limone perché non anneriscano.

Ripassare le fettine di mela nella quantità di burro indicata: dopo qualche minuto di cottura bagnare con il vino bianco, farlo sfumare e, infine, profumare con poca noce moscata.

In una pentola far soffriggere dolcemente in quattro cucchiai d’olio la cipolla affettata fine.

Aggiungere dunque la salsiccia e farla cuocere per dieci minuti, dopodiché inserire i cubetti di mela e cuocere per altri cinque minuti.

Inserire il riso, salare, pepare e farlo tostare fino a che è trasparente, bagnarlo con il prosecco e farlo sfumare.

Cuocere il risotto aggiungendo via via abbondante brodo vegetale (il risotto deve risultare abbondantemente coperto dal liquido).

La cottura, come anticipato, è prolungata, ma vedrete che ne vale la pena.

Cinque minuti prima del termine della cottura prelevare tre cucchiai di risotto, frullarli con tre cucchiai di brodo e i tre cucchiai di panna: aggiungere il tutto alla pentola con il risotto, inserire il burro rimasto, allontanare dal fuoco e coprire la pentola.

Aspettare un paio di minuti e servire. Il risotto è pronto, buon appetito

La ricetta riso integrale salsiccia è di: Cristina Bernardi

Prova il nostro Riso Integrale per le tue ricette

Ricette

Budino polenta e lenticchie

ricetta budino polenta lenticchie
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La ricetta per gustare una polenta con lenticchie in versione budino, con farina di mais dell’azienda agricola Rabellotti Stefano

Un modo alternativo per servire la polenta, con le lenticchie, sugo di pomodoro e formaggio

Ingredienti ricetta per 9/10 budini polenta e lenticchie:

250 g di farina di mais
1 litro di acqua
250 g di lenticchie già cotte
3 cucchiai di parmigiano grattugiato
Sugo di pomodoro q.b.

Cuocere la polenta in acqua calda salata, versando a pioggia la farina e mescolando con una frusta per evitare la formazione di grumi. Portare a ebollizione e cuocere per un’oretta circa. Ricetta polenta

Quando la polenta è pronta, aggiungere il parmigiano e le lenticchie cotte e ben scolate.

Versare la polenta negli stampini da muffin o da budino precedentemente spennellati di olio e lasciar raffreddare il tutto.

Togliere delicatamente i budini dagli stampi, adagiarli su una teglia rivestita di carta forno e infornare a 200° per 12/15 minuti

Servire con semplice sugo di pomodoro e scaglie di parmigiano.

La ricetta budino di polenta e lenticchie è di: VerdeMelissa

Prova le nostre farine per la ricetta budino polenta lenticchie

Ricette

Meringhe allo zafferano e arancia

meringhe allo zafferano arancia
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Con pochi ingredienti puoi realizzare delle ottime meringhe allo zafferano e arancia.

Ingredienti per circa 50 meringhe allo zafferano e arancia

100 gr di albume
200 gr di zucchero
2 cucchiaini di infusione di zafferano ( 0,10 gr di zafferano in stimmi stemperati con un dito di acqua calda in una tazzina da caffè)
2 cucchiai di succo di arancia spremuta
100 gr di cioccolato fondente per la copertura

Montare a neve albume e zucchero, quando la massa comincia ad incorporare aria aggiungervi il succo d’arancia (un cucchiaio alla volta) poi lo zafferano (sempre poco alla volta). Montare a neve ferma il composto.
Riempire una sac a poche con bocchetta a stella e formare le meringhette su una teglia (ricoperta di cartaforno). Cuocere in forno a 100° per circa 3 ore con lo sportello leggermente aperto per far uscire l’umidità.

Una volta cotte e raffreddate guarnire con cioccolato fondente sciolto a bagnomaria.

La ricetta meringhe allo zafferano e arancia è di: VerdeMelissa

Prova il nostro zafferano per le tue ricette

Agricoltura

Grano saraceno: prove di coltivazione a Novara

coltivazione grano saraceno
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Nella nostra azienda in Galliate (Novara), abbiamo sperimentato la coltivazione del grano saraceno

Il grano saraceno è una dicotiledone appartenente alla famiglia delle Chenopodiacee, genere Fagopyrum,generalmente coltivato in ambienti freschi: valli alpine del nord Italia.
La produzione nazionale non è sufficiente a coprire il consumo e la maggior parte del grano saraceno lavorato in Italia viene attualmente importato dalla Cina.

Il grano saraceno nella rotazione aziendale

Per la nostra azienda agricola, la scelta di fornire un prodotto a tracciabilità garantita, dalla coltivazione alla macina, ci ha portato a sperimentare nel 2016 la coltivazione del grano saraceno anche in terreni non tradizionalmente vocati come la campagna novarese.
Visti gli incoraggianti risultati ottenuti, nel 2017 è stato destinato alla coltivazione, un appezzamento i circa 1 ettaro.

Grano saraceno, prove di coltivazione

Il grano saraceno entra nella rotazione aziendale dopo la raccolta del frumento.
Si inizia quindi a fine giugno con l’aratura che permette di interrare i residui della raccolta del frumento e apportare così sostanza organica al terreno.
Segue una fase di erpicatura per permettere di affinare le zolle e creare un letto di semina accogliente per i chicchi ( definiti acheni ) di saraceno.
Prosegue poi la semina, con seminatrice a file, distanziate 15 cm una dall’altra, interrando i semi ad una profondità di 3-5 cm, utilizzando circa 100Kg di seme ad ettaro.

prova semina grano saraceno

Aratura dopo raccolta frumento

grano saraceno semina novara

Seminatrice a file

Dopo pochi giorni, meglio se su terreno umido, inizia subito la germinazione.
In virtù della velocità di germinazione e di sviluppo iniziale, la coltura non richiede interventi diserbanti. La semina fitta e la velocità di copertura del terreno non lascia possibilità alle erbe infestanti di svilupparsi.

Il grano saraceno è un ottimo utilizzatore della fertilità residua del terreno e, per questo, non viene effettuata nessuna concimazione. (eccessi di azoto provocano facilità di allettamento della pianta, con conseguente difficoltà di raccolta)

Il ciclo colturale del grano saraceno è molto corto: seminato a inizio luglio, in meno di un mese si arriva alla fioritura che continua per tutto il mese di agosto, con maturazione scalare dei semi.

Le api impollinano i fiori di grano saraceno

Semi o acheni di grano saraceno

Grano saraceno: prove di coltivazione a Novara

Nei campi di grano saraceno prevedere l’utilizzo di arnie per aumentare le rese

Per aumentare l’impollinazione dei fiori vengono posizionate nel campo anche 1-2 arnie di api. Il questo modo la produzione di chicchi si incrementa sensibilmente, offrendo alle api una fioritura insolita per il periodo estivo.
Ad  inizio settembre, quando  è maturato il maggior numero di semi e le piante hanno perso la maggior parte delle foglie è pronto per la raccolta, che si effettua  utilizzando una mietitrebbia con testata (barra) da frumento.
Quando gli acheni di grano saraceno hanno raggiunto la giusta umidità si procede con la macina a pietra, per ottenere pregiate farine, ricche di proteine (il grano saraceno è superiore a tutti i cereali come fonte di proteine ad alto valore biologico )

L’ introduzione della coltivazione del saraceno nell’azienda agricola, ci ha permesso di avere un prodotto coltivato senza l’uso di diserbanti e concimi chimici, sfruttando una delle tecniche di coltivazione più antiche e naturali: la rotazione o avvicendamento, a beneficio delle coltivazioni successive e della qualità ambientale.

La farina di grano saraceno

La farina di grano saraceno trova impiego nell’alimentazione umana, normalmente in miscela con altre farine (di mais o frumento), per la preparazione della polenta taragna, pizzoccheri, dolci, pane.

Ricette

Panna cotta allo zafferano e mirtilli

panna cotta zafferano mirtilli
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Una panna cotta delicata, con un utilizzo insolito dello zafferano, in versione dolce.

La ricetta panna cotta zafferano mirtilli

Ingredienti:

250 g di panna fresca
250 g di latte intero
50 g di zucchero
polpa di 1/2 bacca di vaniglia
11 g di gelatina in fogli (colla di pesce)
0,1 g di zafferano in stimmi

Mettere in mezza tazzina da caffè di latte intero caldo gli stimmi di zafferano, avendo cura di sbiciolarli preventivamente, e lasciarli in infusione per almeno 1 ora.

Ammollare la gelatina in poca acqua fredda e intanto portare sul fuoco un pentolino con il resto del latte, la panna, lo zucchero e la polpa di vaniglia e scaldare fino a raggiungere la temperatura di circa 80°.

Dopodichè aggiungervi tutto lo zafferano stemperato nel goccio di latte e la gelatina strizzata.
Porzionare e lasciar raffreddare per 3-4 ore in frigorifero.
Guarnire con mirtilli freschi prima di servire.

La ricetta panna cotta zafferano e mirtilli è di: VerdeMelissa

Prova il nostro zafferano nelle tue ricette

Ricette

Chicche di patate e zafferano

chicche di patate zafferano
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La ricetta chicche di patate e zafferano

Ingredienti:
800g di patate
1 uovo
1 presa di sale
5-6 cucchiai di farina Tipo 1
0,20 gr di zafferano in stimmi stemperati con un dito di latte caldo in una tazzina da caffè
burro e salvia

Prima di tutto, lessare le patate, sbucciarle e passarle calde nello schiacciapatate.
Aggiungere il sale, un uovo e tutto lo zafferano infuso nel latte, mescolare bene e aggiungere un pò alla volta 5-6 cucchiai di farina.

Impastare fino ad ottenere un composto liscio ed omogeneo, stenderlo di uno spessore di un paio di cm e lasciar riposare fino a raffreddamento.
Dopodichè, formare dei cilindri di 2 cm e tagliarli a pezzettini, formando una sorta di quadratini cospargendoli con poca farina.

Cuocere in acqua bollente e salata per qualche minuto, saranno cotti non appena saliranno a galla.
Per finire, condire con burro fuso aromatizzato alla salvia.

Chicche di patate e zafferano è una ricetta di: VerdeMelissa

Prova le nostre farine per le tue ricette

Cucina

Il risotto: pentola, tostatura, sfumatura e mantecatura

risotto pentola tostatura mantecatura
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Come ottenere un ottimo risotto, scegliendo la giusta pentola e fare la tostatura e mantecatura del riso.

Per un buon risotto è indispensabile utilizzare un riso che racchiude in ogni chicco le migliori qualità di tenuta in cottura come il riso Carnaroli Classico.
I chicchi del riso Carnaroli Classico sono grossi e affusolati, con un alto contenuto di amido, rendendolo il riso ideale per preparare pregiati risotti.

La giusta pentola per cuocere il risotto

Qual’è la giusta pentola per cuocere il risotto?

Per un’ottimale cottura del riso, è preferibile utilizzare una tegame dal fondo largo e spesso, meglio se in ghisa o rame.
Dato che questi materiali sono ottimi conduttori del calore, occorre una pentola con pareti mediamente alte, dove distribuire i chicchi di riso su tutta superficie, per garantire un’ assorbimento del liquido di cottura omogeneo.
E’ utile che abbia un manico abbastanza lungo, per facilitare la fase di mantecatura, quando bisogna dare dei colpi per amalgamare insieme al riso, il burro e il formaggio e per creare l’effetto onda.

La tostatura del riso a cosa serve?

La tostartura del riso è un’operazione importante nella preparazione di un buon risotto. Senza la tostatura del riso si rischia che il chicco si spezzi e si disfi ; è tostando il riso che otteniamo un vero risotto e non un semplice riso bollito.
La tostatura a secco consiste nel scaldare a fiamma media il riso, senza il soffritto, per 3 / 4 minuti.
Al contatto diretto con il calore, il chicco di riso si tosta, con cucchiaio di legno va mescolato per evitare che i chicchi si attacchino al fondo e si brucino, finchè il riso non risulta caldo e bianchissimo.
Il calore della tostatura, va a modificare la superficie esterna del chicco di riso rendendolo più resistente, così da determinare la tenuta in cottura.

La sfumatura del riso

Con la sfumatura del riso, si intende quell’operazione che consiste nel versare, nel tegame con i chicchi di riso già tostati,  il vino rosso o bianco.
A seconda della ricetta, si può anche utilizzare birra, Vodka, Cognac, Brandy, Spumante o Champagne quando sono utilizzati come ingrediente principe nella ricetta del risotto.
E’ importante che si alzi la fiamma quando si versa il vino (meglio se freddo) per realizzare lo shock termico che permette ai chicchi di rilasciare l’amido, attendere che l’alcool evapori prima di mescolare ed aggiungere un poco alla volta un mestolo di brodo caldo per iniziare la cottura del riso.

Cuocere il risotto: il brodo, le dosi

La cottura del risotto inizia con l’aggiunta del brodo che permette la fuoriuscita dai chicchi di riso dell’amido.
Il brodo va sempre aggiunto caldo, man mano che viene assorbito: i chicchi devono essere ricoperti di brodo.
Se si aggiunge brodo freddo si interrompe la cottura del risotto.
Nella preparazione del brodo,  le dosi sono  in rapporto di circa 300 ml ogni 80 grammi di riso.
Per mescolare il risotto ti consigliamo di utilizzare anche  la frusta al posto del cucchiaio di legno.
In questo modo, l’amido che è stato rilasciato dai chicchi di riso monterà facilmente, fino ad ottenere un risotto più cremoso.

La mantecatura del risotto

Per mantecare si intende la lavorazione, a fine cottura, che consiste nell’amalgamare il riso con formaggio.
Usa formaggio grattugiato e burro freddo, mescolando e scuotendo il tegame per ottenere un risotto ben legato e cremoso.
Al fine di ottenere una mantecatura perfetta è meglio lasciare riposare per 2 minuti il risotto, togliendolo dal fuoco e coprendolo con coperchio.
Ti consigliamo di usare burro freddo, per permette di aumentare il contrasto con il risotto caldo, creando così una crema che lo rende perfetto.
Aggiungi anche il formaggio stagionato grattugiato come Grana Padano o Parmigiano Reggiano.

Per approfondire leggi anche: Vogliadiriso

Scegli il nostro riso per ottimi risotti

Ricette

Millefoglie di polenta con radicchio, gorgonzola, aceto balsamico

millefoglie polenta radicchio gorgonzola
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Una delle cose che adoro è il creare ricette golose con gli “avanzi” che giacciono in frigo.

Questa millefoglie è nata così, avevo un po’ di polenta da “recuperare” e allora ecco l’idea: l’ho tagliata sottile, fritta fino a formare una bella crosticina e farcita con gorgonzola e radicchio… Per completare un filo di glassa di aceto balsamico.

Si tratta di una ricettina facile e veloce, da servire come antipasto (perfetto con l’arrivo dei primi freddi) o come primo saporito e alternativo.

Le dosi per realizzarla sono un po’ approssimative, l’importante è l’idea e la qualità degli ingredienti. Ovviamente è possibile variarli, a seconda dei propri gusti personali: penso a porcini e taleggio, broccoli ripassati e salsiccia o tutti gli accostamenti che vi piacciono, anche a seconda di quello che avete a disposizione.

Allora andiamo a dare nuova vita alla mia polenta,…

Ricetta millefoglie polenta radicchio gorgonzola

PER 4 MILLEFOGLIE

500 g di polenta pronta
1 cespo di radicchio
120 g di gorgonzola dolce
1 scalogno o mezza cipolla
glassa di aceto balsamico
rosmarino
sale, pepe nero
3 cucchiai d’olio per ripassare il radicchio
olio di oliva per friggere la polenta

Cottura: 10 minuti per il radicchio + 10 minuti per friggere la polenta

Preparazione: lavare molto bene il radicchio, scaldare l’olio d’oliva in un tegame, aggiungere lo scalogno affettato sottilmente e farlo appassire.

Aggiungere dunque il radicchio tagliato a listarelle, salare, pepare e proseguire la cottura sino ad eliminare l’acqua di vegetazione.

Tagliare la polenta a fette di un centimetro, friggerle nell’olio caldo cui avrete aggiunto un trito di foglie di rosmarino e girare le fette di polenta solo quando si sarà formata una bella crosta croccante.

A cottura, appoggiarle su carta assorbente da cucina per eliminare l’unto in eccesso e salare leggermente.

Componiamo ora le nostre millefoglie farcendole con il radicchio, fettine di gorgonzola e la glassa di aceto balsamico.

Se la polenta e il radicchio saranno abbastanza caldi non ci sarà bisogno di scaldare le millefoglie in forno, altrimenti saranno sufficienti pochi minuti per sciogliere il gorgonzola.Il nostro piatto è pronto.

La ricetta millefoglie polenta con radicchio, gorgonzola è di: Cristina Bernardi

Prova la nostra polenta per le tue ricette

Ricette

Polenta con crema di cannellini e funghi allo zafferano

polenta cannellini funghi zafferano
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La polenta con crema di cannellini e funghi allo zafferano, una ricetta delicata e insieme corposa e densa di gusto!

Le normali farine per polenta non hanno un carattere distintivo ma questa farina è diversa!
La farina per polenta di mais antico Ottofile Giallo deriva infatti da un mais antico piemontese quasi scomparso dopo l’avvento delle varietà ibride negli anni del secondo dopo guerra.
Eppure grazie all’impegno e alla costante tenacia di piccoli agricoltori locali, come l’Azienda Agricola Rabellotti Stefano, possiamo ancora oggi godere di questo dono della natura.
Una farina macinata a pietra così che tutte le caratteristiche organolettiche non vadano perse per ritrovarle anzi nella consistenza e nel gusto a tavola.
Una farina dal gusto dolce e delicato, perfetta da abbinare a sapori non invadenti come quelli dei funghi, dei legumi e dello straordinario zafferano!

Infatti in questo piatto mais e zafferano creano una perfetta combinazione di sapori che non si sovrastano ma si accompagnano ed esaltano!

Ricetta polenta crema cannellini, funghi allo zafferano

Tempo di cottura 60 minuti circa

PER 4 PERSONE

Per la polenta:
Farina di mais 350 g
Aqua 1,4 litri
Olio evo 1 cucchiaio
Sale integrale marino 1 c.aio raso
Zafferano 20 pistilli

Per il condimento:
Funghi chiodini circa 500 g
Fagioli cannellini cotti 500 g circa
Zafferano 5 pistilli
Pepe nero a piacere
Alloro 2 foglie
Bacche di ginepro 5
Olio evo 1 cucchiaio
Aglio 2 spicchi
Sale integrale marino
Per servire: mix di semi tostati e/o formaggio grattugiato

 

Prima di tutto, occorre preparare la polenta: salare l’acqua, aggiungere un cucchiaio di olio, aggiungere i pistilli di zafferano e mettere sul fuoco.
Quando sarà calda versare a pioggia la farina, girando con la frusta perché non si formino dei grumi.

Quindi portare ad ebollizione e continuare la cottura a fuoco lento con il coperchio sulla pentola, senza necessità di girare la polenta.

Così, a fine cottura, scoprire la pentola e girare energicamente per far evaporare l’acqua,

La cottura è di almeno 60 minuti, ma la polenta è tanto più gradevole e digeribile quanto più a lungo la si cuoce.

Nel frattempo preparare il condimento: mettere a riscaldare i fagioli cannellini già cotti in un padellino con una tazza di acqua calda, i pistilli di zafferano, un po’ di olio, sale e uno spicchio di aglio schiacciato.

Quando sarà tutto ben caldo frullare con un mix ad immersione fino a formare una crema, se necessario aggiungere altra acqua e/o olio.
In una padella saltare i funghi chiodini con dell’olio, uno spicchio di aglio schiacciato, le foglie di alloro, le bacche di ginepro, un po’ di sale e mezza tazza di acqua, fino a completa cottura.

Per finire, servire la polenta versando su di essa prima la crema di cannellini calda poi adagiando su di essa i funghi e infine spolverando con i semi tostati e/o del formaggio grattugiato e una spolverata abbondante di pepe nero macinato al momento.

Prova i nostri prodotti per la polenta crema cannellini funghi zafferano

Agricoltura

Mais Ottofile: dalla semina alla farina per polenta

mais ottofile farina polenta
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La coltivazione in azienda del mais Ottofile per produrre farina per polenta.

Il mais o granoturco Ottofile è una varietà particolarmente apprezzata per la sua caratteristica farina per polenta.
Si caratterizza per la pannocchia composta da soli 8 ranghi (file) di semi: da qui il nome mais Ottofile.
La pannocchia ha un diametro di circa 3,5 centimetri e può arrivare a lunghezze di 25 cm.
II chicchi del mais Ottofile sono inconfondibili:  vitrei, con colori dal giallo al rosso, tondeggianti.

Nella nostra azienda agricola di Galliate (NO) sono ormai diversi anni che coltiviamo anche questa pregiata varietà di granoturco, su una superficie di circa 1 ettaro, suddivisa in diversi piccoli appezzamenti.

Il mais Ottofile non ha una classificazione FAO come per gli altri mais ibridi ma, dalla nostra esperienza, per durata del ciclo vegetativo, è possibile paragonarlo ad un mais classe FAO 400

La semina da aprile a maggio del mais Ottofile

La semina si esegue intorno alla metà di aprile, dopo aver arato ed erpicato il terreno e dopo aver effettuato una concimazione potassica. 
Considerato che l’ Ottofile è un granoturco precoce, è possibile procedere alla semina fino a tutto il mese di maggio.

Un buon letto di semina garantisce una maggior germinabilità dei semi.
Si deve avenre cura, nelle annate con scarsa piovosità invernale, di eseguire le operazioni di aratura, erpicatura e semina, nel più breve tempo possibile, per conservare l’umidità superficiale del suolo.

Per la germinazione ottimale del granoturco Ottofile, così come per anche le altre varietà di mais, sono 2 i fattori da considerare.
Oltre alla temperatura (in particolare la minima notturna) infatti, un altro elemento importante da considerare è l’umidità del terreno .

In azienda seminiamo con una seminatrice pneumatica a 4 file, distanziate 75 cm e ponendo i semi ad una distanza di circa 23 cm sulla fila.
Si ottiene così un investimento di circa 6 piante al metro quadrato.

semina mais ottofile

Seminatrice pneumatica da mais 4 file

campo di mais ottofile

Campo di mais Ottofile a maggio

La fertilizzazione del mais Ottofile : attenzione all’azoto

La seminatrice incorpora nel terreno anche il fertilizzante  per supportare le fasi iniziali di crescita del mais, distribuendo fosfato bi ammonico (18% urea e 46% potassio) ad una dose di circa 170Kg/ ettaro.

Dopo circa un mese dalla semina, in condizioni ottimali (metà – fine maggio), si procede con la distribuzione dell’azoto (urea 46%) ad una dose di circa 350kg/ettaro.
Questa quantità varia in funzione della qualità del terreno: in appezzamenti con terreno fertile, ricco di sostanza organica, questo valore può scendere.

Il mais Ottofile non ha un apparato radicale robusto come gli altri mais ibridi quindi,  un’eccesiva concimazione azotata favorisce lo sviluppo vegetativo in altezza della pinta di mais ( può superare tranquillamente i 3 metri di altezza)  rendendolo soggetto ad allettamenti in occasione di temporali con vento.

E’ consigliabile una sarchiatura subito dopo la concimazione, per accostare della terra alla base della pianta del mais, e rinforzare così la tenuta della pianta agli eventi atmosferici violenti.

Durante l’estate provvediamo ad almeno 2/3 interventi di irrigazione per scorrimento, in funzione anche dell’andamento delle precipitazioni.

Mais Ottofile in fioritura a giugno

pannocchia mais ottofile

Stadio di maturazione del mais

Maturazione e raccolta del mais Ottofile

La maturazione del mais inizia a metà agosto per quei campi seminati a metà aprile. 
Le foglie della pianta perdono il color verde brillante e incominciano ad essiccare.
Così anche i chicchi sulla pannocchia assumono il caratteristico color giarro-rosso (a seconda della varietà di Ottofile) e si induriscono per la perdita di umidità al loro interno.

La raccolta del mais viene effettuata ancora a mano, staccando dalla pianta le pannocchie per poi portale in azienda dove vengono scartocciate (eliminazione delle brattee che ricoprono la pannocchia) sempre a mano.
Le pannocchie vengono lasciate ad essiccare al sole ancora caldo di fine agosto – inizio settembre e, quando hanno raggiunto il giusto grado di umidità, vengono sgranate.

La resa in granella è molto scarsa se paragonata a moderni mais ibridi: 20/25 quintali ad ettaro contro i 140 quintali ad ettaro.
E’ però la qualità della farina per polenta a fare la differenza, privilegiando basse produzione con alti livelli qualitativi.

I chicchi di mais Ottofile per la farina da polenta

I chicchi di mais Ottofile sono pronti per essere portati al mulino dove una macina a pietra li trasformerà in pregiata farina per polenta

Raccolta manuale in campo

mais ottofile farina polenta

Essicazione delle pannocchie al sole

Prova la nostra farina di mais per polenta

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